La crescita economica del Laos, positiva o negativa?

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Sono lontani gli anni in cui le cosiddette tigri asiatiche stupivano il mondo con i loro tassi di crescita vertiginosi. Eppure l’economia del sudest asiatico continua a crescere, nonostante recentemente questa crescita si sia rallentata rimanendo comunque su valori assolutamente discreti. In direzione contraria sembra invece andare il Laos, i cui tassi di crescita economica sono in aumento costante, con un +7% previsto per il 2016. Il fatto che il Laos parta da basi molto arretrate rispetto agli altri paesi della regione ha sicuramente influito, resta il fatto che stiamo parlando di una nazione dove le possibilità sono enormi.

Secondo un recentissimo rapporto della Banca Mondiale il Laos è riuscito a non risentire troppo del minore volume degli scambi commerciali dovuto alla crisi che colpisce gran parte delle economie più forti del pianeta, non esclusa la Cina i cui andamenti finanziari influenzano tutto il sudest asiatico. Da poco aperto al mercato il Laos si sta rivelando un attore chiave nella produzione di energia idroelettrica, venduta ai paesi confinanti come Cina, Vietnam e Thailandia. Altro elemento fondamentale dello sviluppo economico del Laos è il settore turistico, che sta vivendo un vero e proprio boom.

Il Laos resta tuttavia un paese profondamente agricolo, visto che quasi l’80% della popolazione si dedica all’agricoltura. L’importanza di questo comparto è tale che nel 2012 il governo laotiano ha deciso una moratoria di quattro anni sulle nuove attività di estrazione mineraria per non danneggiare i campi agricoli, attenzione ambientale che invece non sembra riguardare le dighe sul Mekong. Tuttavia l’agricoltura laotiana è largamente di sussistenza, costituendo uno dei limiti della crescita del paese venendo condotta con metodi tradizionali, poco adatti alle esigenze di mercato.

Il rapporto della Banca Mondiale oltre a sottolineare lo stato arretrato dell’agricoltura laotiana, ha individuato nel cattivo stato delle infrastrutture un grave ostacolo allo sviluppo economico del paese. Nell’ottica di questi analisti il Laos dovrebbe ricorrere a prestiti internazionali per dotarsi di un sistema di comunicazione adeguato, investendo inoltre sulla formazione della popolazione. L’ingresso del Laos nell’ASEAN si concretizza anche nell’esigenza di adeguarsi a degli standard comuni, non senza uno sforzo che si rivela notevole per questo paese che ha da poco aperto le sue frontiere.

Un altro dato molto interessante sono i dati che giungono dalle inchieste sulla povertà in Laos. Dal 1990 il tasso di povertà estrema tra la popolazione laotiana sarebbe sceso in percentuale dal 46 al 17, il che sembrerebbe significare un aumento della ricchezza collettiva. Eppure, allo stesso tempo, è aumentato il divario interno tra i ricchi ed i poveri, ossia un allineamento alle dinamiche sociali degli altri paesi della regione dove il social divide è cresciuto con il diminuire delle differenze tra paese e paese. L’accumulo della ricchezza nelle mani di pochi a fronte di meno poveri ma sempre più indigenti.

Il fenomeno della concentrazione della ricchezza, evidente nella capitale in perenne trasformazione, è tipico di molti paesi in via di sviluppo, ma non solo. Basti viaggiare per le campagne cinesi e confrontarle con Shanghai oppure altre città dal rilevante peso economico. Il Laos è in ogni caso al centro di un profondo cambiamento, resta da vedere chi ne saranno i beneficiari reali. Visitarlo in maniera responsabile significa anche diffondere ricchezza tra la popolazione più povera, ammirando un paese i cui costumi così affascinanti potrebbero in futuro essere più difficili da vedere.

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