Laos: bombe e gioielli, dalla guerra nasce la bellezza

Laos: bombe e gioielli, dalla guerra nasce la bellezza

Tra il 1964 ed il 1973 sul Laos caddero qualcosa come 260milioni di bombe, più di quante vennero sganciate su Europa e Giappone durante la Seconda guerra mondiale. In particolare pesantemente colpite furono le provincie confinanti con il Vietnam, come quelle di Xiangkhouang e Houaphanh. Ancora oggi il Laos è disseminato di bombe inesplose, vero e proprio dramma per la popolazione che rischia la vita ogni volta che si reca nei campi. Ma la vita è più forte di tutto ed i laotiani hanno imparato ad utilizzare i frammenti degli ordigni una volta raccolti e disinnescati, facendone utensili di uso quotidiano. Tutto questo ha attirato l’attenzione di Elizabeth Suda, una disegnatrice di gioielli.

Dal 2008 la 31enne di New York ha viaggiato il Sud-Est asiatico per via del suo precedente lavoro, e nel 2010 ha scoperto questa particolare abilità della popolazione laotiana. Elizabeth si è tal punto appassionata al riutilizzo che i contadini laotiani fanno degli ordigni bellici, che ha deciso di investire su un’idea davvero brillante: ricavare gioielli dai frammenti delle bombe. L’inizio non è stato in ogni caso semplice per la designer americana, dato che i contadini non avevano le conoscenze per creare gioielli, ma soprattutto, come emerge da una sua intervista, non lo volevano fare. Nessuno pensava che qualcuno avrebbe voluto comprare dei gioielli ricavati da delle bombe.

Laos bombe e gioielli dalla guerra nasce la bellezza 2Ma alla fine i sogni furono più forti delle resistenze e gli artigiani laotiani decisero di provarci, era nata una nuova società, che venne chiamata Article22. Il primo gioiello creato su un braccialetto, solo il primo di una lunga serie. Un gioiello molto semplice, realizzato interamente in alluminio e con impressa una frase molto significativa: sganciato e fatto in Laos. Oggi Article22 è una realta ben avviata, anche nel campo della gioielleria di lusso, ed un’intera collezione è dedicata alle creazioni degli artigiani laotiani. Tra i compiti che Elizabeth Suda si prefigge, c’è anche quello di scoprire persone di talento nei luoghi più remoti, dedicando attenzione anche allo sviluppo delle comunità con cui collabora.

La realizzazione di questi gioeilli significa molto. L’utilizzo di frammenti prelevati da stumenti di morte, come razzi e bombe, significa non solo farne oggetti di uso comune, ma anche trasformare in positivo qualcosa che è assolutamente negativo come le armi. Le parole di Elizabeth sono chiare: quando gli artigiani stanno lavorando i frammenti delle bombe, stanno creando un dialogo con la Storia del Laos. Una storia violenta, che ha investito un popolo mite gettandolo nel dramma della Guerra del Vietnam. Per la bonifica degli ordigni sono oggi presenti in Laos varie organizzazioni internazionali, al cui sopporto si dedica anche Article22, che a queste organizzazioni dona Il 10% dei ricavati dalla vendita di questo tipo di gioielli.
La risposta degli acquirenti è stata davvero molto positiva, almeno a giudicare dalle dimensioni assunte dalla società di Elizabeth: braccialetti, collane, orecchini ed anelli, comprese alcune linee di gran lusso che utilizzano materiali preziosi come argento sterling, oro rosa e rodio nero. I gioielli di Article22 sono venduti in più di 100 boutique nel mondo, compreso il Museo d’arte contemporanea di New York. Elizabeth sembra non avere problemi nel gestire prodotti così diversi: come lei stessa afferma, una parte della produzione vuole mantenere la realizzazione originale degli artigiani locali, mentre quella più costosa intende trasportare a New York le idee che vengono dal Laos, adattandole. Un’ esperienza che mostra come la bellezza può nascere anche nei contesti più brutti, come i resti di una guerra.

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