Laos: misure piu’ rigide sul lavoro

Laos: misure piu’ rigide sul lavoro

Il tema del lavoro sembra essere al centro delle attenzioni della politica laotiana. Nonostante i provvedimenti più importanti riguardino la lotta al lavoro clandestino il tema potrebbe interessante anche per chi stia pensando di trasferirsi nel Laos in cerca di lavoro, impresa non semplice vista l’ancora arretrata rete di annunci e contatti del panorama laotiano. Come detto il governo di Vientiane ha deciso di regolare la legislazione in ambito lavorativo, rendendola più chiara ed efficiente, soprattutto per quanto concerne la legittimità degli stranieri a lavorare sul suolo laotiano.

work laos 1 tuttolaosIl Laos ha deciso di allinearsi agli standard legislativi dell’ASEAN, compiendo un grande sforzo organizzativo che si presuppone avrà molti altri sviluppi. Proprio l’ASEAN ha posto al centro delle sue politiche comuni il tema del lavoro, in vista del mercato comune tra i suoi paesi membri. Questa nuova realtà regionale, che coinvolge direttamente circa 600 milioni di persone, dovrebbe vedere la luce nel 2015. Le previsioni sono quelle di un notevole flusso di merci, servizi ed investimenti ma anche, naturalmente, lavoratori qualificati. L’ASEAN sta dedicando particolare attenzione affinché a questo mercato comune si accompagni una distribuzione della ricchezza che non crei diseguaglianza.

Motore di questa politica sono la Banca di Sviluppo Asiatica e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che si sono prefisse il compito di monitorare lo sviluppo dei singoli paesi favorendo un processo di integrazione, sostenendo lo sviluppo della cooperazione regionale e facilitando i mutamenti strutturali. Altro elemento importante, come detto, è il mondo del lavoro. In questo settore gli obiettivi sono una crescita delle singole professionalità e della qualità lavorativa, migliori – e più alte – retribuzioni ed una regolamentazione delle politiche migratorie, il tutto inserito all’interno di un contesto caratterizzato dalla sostenibilità della crescita.
Per il Laos tappa fondamentale è stato un convegno tenutosi a fine luglio, in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro e dedicato alla salute e la sicurezza in ambito lavorativo. In questa sede, alla presenza di circa 50 delegati rappresentati lavoratori ed aziende, insieme ad autorità come il viceministro del lavoro Laoly Phyphengyour, gli esperti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno presentato dei progetti per la messa in opera di programmi volti alla diffusione delle politiche di sicurezza sul lavoro, soprattutto per quanto riguarda piccole e medie imprese, proprio quelle dove più carenti sono le norme a protezione dei lavoratori.

Proprio in queste piccole realtà lavorative si concentrano i lavoratori illegali presenti sul suolo del Laos, provenienti soprattutto da Cina e Vietnam ed impiegati nella costruzione di strade o nel commercio. Le autorità laotiane hanno deciso di colpire coloro che sono entrati nel paese con un lavoro illegale ma restando oltre la scadenza del visto, nonché coloro che hanno trovato impiego utilizzando visti non idonei come quello di visita. Per i lavoratori che non riusciranno a chiarire la loro posizione è previsto un permesso temporaneo oltre il quale scatterà l’espulsione, accompagnata da una multa. Si calcola che nella sola Vientiane su circa 7500 lavoratori clandestini ben 3000 veranno espulsi.

Significativo che per alcune categorie di occupazioni, quelle più umile come venditori ambulanti e raccoglitori di ferro, non sarà possibile procedere alla regolarizzazione della loro posizione. Ad essere colpite anche le estetiste, probabilmente un modo per colpire indirettamente il fenomeno della prostituzione. In ogni caso sembra che il Laos si stia allineando con diversi paesi asiatici nel rendere più complessa la possibilità di soggiornare per lunghi periodi, soprattutto se in cerca di lavoro.

Articolo di Pietro Acquistapace

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