Il Laos, la presidenza dell’ASEAN e gli investimenti cinesi

Il Laos, la presidenza dell’ASEAN e gli investimenti cinesi

L’anno che è appena inziato sarà fondamentale per il futuro del Laos nel panorama internazionale. Per la seconda volta, infatti, la presidenza dell’ASEAN sarà laotiana. Tuttavia i tempi sono molto cambiati rispetto al 2004, anno della prima presidenza, per via di uno scenario regionale più complicato e dove numerose tensioni rischiano di alterare in negativo le relazioni tra i paesi membri. Molte di queste tensioni vedono la Cina come una delle parti in causa. I rapporti del Laos con la Cina sono buoni, anche grazie a recenti importanti investimenti, il che mette le autorità laotiane di fronte ad una prova di maturità.

asean 2016 laos tuttolaosQuando si pensa a tensioni nel sudest asiatico la mente corre subito al Mar Cinese Meridionale, sulle cui acque si affacciano quasi tutti gli stati della regione. Le dispute territoriali sono molte e diverse sembrano di non facile risoluzione. Ci sono alcune aree di questo mare contese anche da più cinque contendenti alla volta, fino a casi estremi come quello della nine-dash line o di alcuni tratti della costa vietnamita. Come detto, Pechino è presente in quasi tutte queste contese, il che significa che la sua politica in merito potrebbe avere conseguenze sui rapporti tra tutti gli altri stati della regione.

Secondo gli analisti, tuttavia, il 2016 non avrà tensioni esacerbate come nel 2015, in quanto la Cina ha tutto l’interesse a tenere la situazione in stallo in vista di alcuni importanti avvenimenti nella zona ASEAN, avvenimenti che il Laos si troverà a dover gestire. Innanzitutto le elezioni presidenziali di Taiwan, quindi gli sviluppi dell’accordo di libero scambio nell’area, firmati nel novembre 2015. Accordi che non sembrano in ogni caso fare grandi progressi in vista della realizzazione della Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) e gravati dalla mancanza di trattati bilaterali tra alcuni dei paesi membri ASEAN.

La Cina preferisce trattare con singoli paesi piuttosto che con una organizzazione unita, tanto meno ora che gli Stati Uniti sono tornati ad essere presenti nella regione facendosi portavoce della libertà di navigazione ed appoggiando paesi tradizionalmente ostili a Pechino, come le Filippine. Tuttavia i progetti cinesi danno grande importanza al Mar Cinese Meridionale, inquadrati nella 21st-century Maritime Silk Road, ossia la parte marittima del piano One Belt One Road (OBOR) vale a dire la realizzazione di corridoi commerciali ed economici per la circolazione delle merci, piani di cui anche il Laos è parte integrante.

Uno dei progetti cinesi prevede infatti che uno di questi corridoi, lungo circa 3000km, partendo da Kunming capitale dello Yunnan, raggiunga Singapore passando anche per il Laos. Proprio recentemente Pechino e Vientiane hanno raggiunto un accordo per la realizzazione di una linea ferroviaria che entrando da Boten arrivi alla capitale del Laos, prima di proseguire in terriorio thailandese. Il tratto laotiano, la cui realizzazione si prevede sarà terminata per il 2020, prevede che per il 60% sia composto di ponti e gallerie, il che rende l’opera molto costosa. Ma i due paesi hanno di recente raggiunto un accordo anche su questo.

Il capitale sarà fornito per il 70% direttamente dalla Cina, mentre la rimanente parte (circa 480 milioni di dollari) avrà la forma di prestiti che Pechino farà al Laos. Proprio sul tasso di interesse per la restituzione si erano arenate le precedenti trattative. Tuttavia voci discordanti dal governo di Vientiane criticano il fatto che il nuovo accordo sui tassi non sia stato reso di dominio pubblico, così come i rischi finanziari dell’operazione. Il pericolo è il ripetersi di quanto accaduto nel 2007 con la creazione della zona economica speciale di Bokeo, finita con un accapparamento di terre da parte dei privati anche grazie all’assenza di leggi specifiche.

Il Laos dovrà dimostrare di poter esercitare una presidenza Asean imparziale, evitando le critiche di asservimento ai voleri cinesi in cui è incorsa in passato la Cambogia, pur in un contesto complicato in cui le economie della regione, compresa quella cinese, sono in fase di rallentamento. I problemi da affrontare saranno molti, solo i prossimi mesi potranno dire se il governo di Vientiane sfrutterà questa occasione nel modo migliore. Gli scogli da evitare sono parecchi e disseminati un po’ ovunque, vedremo quale rotta terrà il Laos, l’unico paese del sudest asiatico privo di uno sbocco al mare.

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