
Laos Thailandia frontiere e colpi di stato
Il colpo di stato thailandese e le frontiere del Laos
La situazione politica venutasi a creare in Thailandia dopo la presa del potere dei militari, sebbene non sia ancora chiaro se tecnicamente sia stato un colpo di stato o meno, sta avendo conseguenze anche per quanto riguarda i confini del paese. Thailandia e Laos condividono una frontiera molto estesa, i punti di confine sono circa quindici, il che rende le recenti disposizioni di Bangkok molto rilevanti per la vita quotidiana laotiana, essendo il valico del confine una pratica assolutamente consueta.
Come riferisce Somboun Souvanchoumkham, responsabile del punto di confine del Ponte dell’Amicizia, tra Vientiane e Nongkhai, le autorità thailandesi hanno recentemente dichiarato che le persone provenienti dal Laos e dirette in Thailandia potrebbero avere problemi ad attraversare il confine. La situazione, come il colpo di stato stesso, risulta abbastanza nebulosa senza troppo certezze. Quello che risulta certo è la proibizione di entrare in Thailandia a bordo di qualsivoglia veicolo. Nell’anno appena trascorso il solo punto di confine citato ha visto il passaggio, oltre che di 100mila turisti, di 684mila veicoli, per lo più macchine e camion.
Ai cittadini laotiani è stato inoltre richiesto, come a chiunque decidesse di voler visitare la Thailandia, di possedere documenti in regola, ossia è stato di fatto ampiamente ristretto l’uso di border pass, una sorta di passaporto destinato alla popolazione locale con il quale era possibile varcare la frontiera con una procedura facilitata. Le autorità thailandesi hanno inoltre sconsigliato ai cittadini laotiani, ma non solo, di recarsi in Thailandia se non “assolutamente necessario”. Cosa si intenda con queste parole non è chiaro, anche visto gli stretti rapporti che esistono tra i due lati del confine, delegando di conseguenza ai singoli posti di confine thailandesi la discrezionalità dell’ammissione dei visitatori nel paese.
Per quanto riguarda il Ponte dell’Amicizia tra Vientiane e Nongkhai, il Sig. Souvanchoumkham informa che il passaggio in Thailandia viene concesso ai quei laotiani che hanno impegni urgenti come visite mediche o cure ospedaliere. Sempre lo stesso funzionario avverte come le problematiche riguardino il lato thailandese, mentre sul fronte laotiano le attività doganali procedono come sempre. Le nuove disposizioni colpiscono inoltre i cittadini thailndesi che vogliano uscire dalla Thailandia, con l’applicazione di restrizioni ed un rigido controllo dei documenti. I thailandesi che invece si trovino all’estero non avranno alcun problema al rientro nel paese.
Ufficialmente uno dei motivi con cui la giunta militare giustifica le recenti misure doganali adottate, sarebbe quello di combattere l’ingresso in Thailandia di lavoratori clandestini. Su un totale di circa 2,23 milioni di lavoratori immigrati, i clandestini sarebbero ben 1,83 milioni. I lavoratori laotiani in Thailandia sarebbero circa 96mila, a fronte di 395mila cambogiani e 1,74 milioni di birmani.
Sebbene le nuove normative, non si sa se momentanee o meno, non sembrino riguardare direttamente i turisti che dal Laos entrino in Thailandia, tuttavia si consiglia di accertarsi delle effettive norme applicate, soprattutto se si attraversano posti di confine minori e meno turistici.
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