Sayabouly: riso, elefanti ed una Storia turbolenta

Sayabouly: riso, elefanti ed una Storia turbolenta

Una delle zone meno visitate del Laos è molto probabilmente la provincia di Sayabouli, che troverete indicata anche come Xaignabouri, Xayaboury, Sayabouli, Sayabouri e altro ancora. Siamo nell’estremo nordovest laotiano, tra le provincie di Luang Prabang, Vientiane, Bokeo ed il confine con la Thailandia. Grazie alla conformazione del suo territorio la provincia di Sayabouly vede una grande produzione di riso ed altri prodotti, come nel montagnoso nord laotiano non ci sono uguali. Altra caratteristica della provincia è l’ospitare circa il 75% degli elefanti ancora presenti in Laos.

Storia ed origine del nome

Il nome Sayabouly deriva dal sanscrito è significa città dell’esercito, un nome che ben rappresenta la Storia della provincia, annessa all’Indocina francese nel 1804 e tornata thailandese tra 1941 e 1946. Laos e Thailandia hanno addirittura sostenuto una guerra (dicembre 1987 – febbraio 1988) per demarcare il confine della provincia, unica in tutto il Laos ad essere interamente situata ad ovest del Mekong. Sayabouly è inoltre un’area dove l’esercito è stato fortemente coinvolto nel contrabbando di legname prezioso, attività illecite dei militari non nuove in questa parte di Asia.

Posizione geografica

La particolare posizione di Sayabouly ne fa inoltre una zona ricca di minoranze, tra cui Khmu, Tai Dam, Htin, Phai, Kri ed Akha, da segnalare poi i Malabri che vivono nell’ovest della provincia, tra gli ultimi cacciatori-raccoglitori del sudest asiatico. La minoranza più importante è tuttavia quella dei Tai Lue, presenti soprattutto lungo nella città di Hongsa e lungo il confine con la Thailandia che può essere attraversato a Muang Ngeun, un posto di frontiera di cui abbiamo già scritto. Ma oltre alla variegata composizione etnica, un’altra interessante attrazione di Sayabouly sono gli elefanti.

Come detto, qui si concentra la maggioranza degli elefanti del Laos. Proprio agli elefanti è dedicato un celebre festival che si tiene ogni anno a Sayabouli, un evento nato dieci anni fa per iniziativa dell’ong Elefantasia che dal 2002 è presente in Laos dove si occupa della salvaguardia di questo animale. Se volete conoscere meglio gli elefanti non potrete perdere occasione di visitare anche il centro situato nell’area protetta di Nam Tien. Gli amanti della natura non resteranno certo delusi dalla provincia di Sayabouly, dove foreste, cascate (celebre la Tad Ham) e grotte non mancano.

Areee naturali e templi da visitare

Tra le aree naturali più importanti della provincia abbiamo quella di Nam Phouy, dedicata alla conservazione della biodiversità e situata nei pressi del confine con la Thailandia. Se qui sono di casa gli elefanti, nella zona protetta che si sviluppa tra le province di Sayabouly, Bokeo ed Oudomxay (Upper Lao Mekong Important Bird Area) a farla da padrone sono gli uccelli. Molto interessante poi il circuito Pha Xang che racchiude diverse bellezze naturali nelle zone meno abitate lungo il Mekong, infine merita attenzione il picco Phou Pha Deang che sfiora i 1500m d’altezza.

Se invece preferite visitare i templi del Laos nella provincia potrete trovare a Sayabouly il Wat Sibonheuang risalente forse al XVI secolo, il Wat Siphandon che ospita uno stupa a forma di diamente ed il Wat Sisavangvong; ad Hongsa il Wat Simoungkhoun con una splendida collezione di immagini di Buddha ed i resti delle mura cittadine; a Muang Ngeun il Wat ban khon con le sue belle decorazioni murali ed il Wat si bon yeun da cui godere un bel panorama della città, mentre nella più remota area di Xienghone lo Xienglom stupa in stile birmano e che si ritiene risalire al XIV secolo.

Il Festival degli elefanti

Un’ottima occasione per visitare la provincia di Sayabouly sono i vari festival, abbiamo già parlato del più famoso di questi ossia quello degli elefanti che generalmente si tiene in febbraio. Molto interessante è anche quello degli spiriti (Phavet Festival), durante i tre giorni di festa si celebrano gli spiriti protettori con cortei di maschere e tamburi. La data della ricorrenza è basata sul calendario lunare e di solito cade a metà marzo. Infine ricordiamo il Boun Bang Fai, fine maggio inizio giugno, dove i villaggi si sfidano lanciano razzi artigianali per invocare la pioggia e la fertilità dei campi.

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Fonte immagine di copertina: Globaltimes.cn

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