Mekong il simbolo dell’Asia

mekong il fiume del sud est asiatico

Chiunque abbia visto il film ApocalipseNow, diretto da Francis Ford Coppola nel 1971, ricorderà certo le scene in cui il capitano Benjamin Willard (Martin Sheen) risale il fiume Nung, nella sua missione alla ricerca del colonnello Kurtz (Marlon Brando). Sebbene le riprese siano state girate, non senza problemi, nelle Filippine, quel fiume era un riferimento al Mekong, il fiume più lungo dell’Indocina.

Scorrendo per più di 4800km il Mekong rappresenta l’undicesimo fiume al mondo per lunghezza ed il dodicesimo in termini di portata; conoscerlo significa conoscere un aspetto molto importante del Sud-Est asiatico.

La navigazione sul Mekong

Il Mekong nasce su di un altopiano tibetano, talmente remoto che le sorgenti sono state per anni oggetto di ricerca, scorre poi attraverso ben sei paesi (Cina, Birmania, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam) dei quali segna in più punti i confini.

Prima dello sviluppo della rete stradale, per passare il posto di frontiera di Voeung Kam – Dom Kralor, tra Laos e Cambogia, era addirittura necessario prendere delle barche per transitare attraverso le varie isole nel centro del fiume. Navigare il Mekong significa navigare nell’Asia sudorientale più profonda.

Eppure la navigazione sul Mekong non è semplice, anzi a tratti praticamente impossibile. Le forti correnti, le numerose cascate ed oggi le dighe, costruite ed in costruzione, senza parlare della variazione della portata d’acqua a seconda della stagione, rendono ardua la vita alle barche. Altro grave problema del è l’inquinamento, chiunque si trovi a solcare le acque di questo fiume si stupirà del suo colore, non certo cristallino. Eppure il fascino associato al Mekong resta intatto, come dimostra il fatto che le crociere tra Thailandia e Laos sono tuttora una costante del turismo internazionale nella regione.

In Cina, dove viene chiamato LáncāngJiāng ossia “fiume turbolento”, lungo le sue sponde si sviluppa un’importante area protetta, detta “dei tre fiumi paralleli”, dichiarata dall’UNESCO la più grande riserva di biodiversità del mondo. Tra Laos e Birmania il Mekong scorre tra colline dalla giungla scarsamente abitata ed accessibile. In Cambogia, dopo l’ultimo ostacolo alla navigazione rappresentato dalle cascate di Sambor nei pressi di Kratie, il fiume si ramifica, preparandosi a gettarsi nel Mar Cinese Meridionale in Vietnam. La sua foce a delta, composta da ben nove bracci, si trova nei pressi di Ho Chi Minh City.

Il fiume come fonte di sostentamento

In laotiano il Mekong si chiama MaeNamKhong (ແມ່ນ້ຳຂອງ), letteralmente madre delle acque Khong. In Thailandia ed in Laos vengono chiamati mae nam tutti i fiumi maggiori, il che testimonia quanto il Mekong sia importante per le popolazioni che vivono sulle sue rive, vale a dire ben 65 milioni di persone. Dal fiume gli abitanti locali traggono gran parte della loro sussistenza, soprattutto tramite la pesca. Il pesce viene sia utilizzato per il consumo locale che, soprattutto, venduto altrove, rivelandosi così una fondamentale risorsa economica.

Abbiamo già detto come la navigazione del Mekong tra Laos e Thailandia, sia su navi veloci che sulle classiche slow boat, rappresenti una rinomata attrazione turistica, ma le sponde del Mekong hanno molto altro da offrire in termini di interesse. Nella regione cinese dello Yunnan sul Mekong si affaccia Jinghong (più comunemente chiamata Banna), in Cambogia troviamo la già citata Kratie con i suoi delfini di fiume, mentre in Laos non va certo dimenticata la capitale: Vientiane.

Tuttavia le perle del Mekong sono senza dubbio molte di più, pronte ad accogliere chi le vorrà esplorare, insieme a questo importante fiume.

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